martedì 30 giugno 2009

I CAMPIONI ITALIANI DI TEXAS HOLD'EM




















LUCA PAGANO (in basso a sinistra)

Una menta analitica e una naturale propensione per i numeri sono componenti chiave per un buon giocatore di poker, e sicuramente a Luca Pagano queste due qualità non mancano. Prima di dedicarsi al poker, Luca aveva studiato informatica e si era dedicato ai mercati finanziari, ma è al tavolo da gioco che ha trovato un modo più elettrizzante per accumulare soldi.
Ha iniziato giocando ai tavoli con soldi finti on line , dopo aver dimostrato a se stesso di avere una marcia in più, è passato alle partite dal vivo. Nella prima stagione è arrivato terzo a Barcellona, vincendo $24.500. Nell’aprile 2008 Luca è arrivato al tavolo finale del Grand Final della quarta stagione, piazzandosi sesto e intascando ben $533.253. Si è trattato del nono piazzamento a soldi in un EPT – un record nel circuito.
Quando non si trova in giro per il mondo per partecipare a grandi tornei o a partite cash, Luca si occupa di una vasta serie di attività e continua a dedicarsi ai mercati azionari.
Giocatore aggressivo e di talento.
DARIO MINIERI (foto in alto)
Dario “CHAMP” Minieri è il perfetto esempio di “PPP”, Professional Poker Player. Amante dei giochi di strategia e di carte in generale, ha studiato ed approfondito ogni aspetto del Texas Hold’Em. Sempre pronto ad imparare attraverso il confronto con gli altri, ha giocato e combattuto contro i migliori giocatori del mondo.Dario scoprì il gioco durante i suoi numerosi viaggi e da allora divenne una passione.Appena maggiorenne cominciò a giocare on line a livelli microscopici: affascinato dagli heads up in particolare, si dedicò a questa disciplina partendo dal gradino più basso.Anno dopo anno il suo livello di gioco è talmente migliorato che Dario Minieri è oggi il giocatore in assoluto più temuto sulle più importanti poker room del mondo, sempre pronto a giocare con tutti.Il segreto del suo successo è racchiuso nel suo particolare talento ma anche nello studio costante delle molte componenti del gioco.Il suo approccio al tavolo verde è stato così rivoluzionario che molti hanno visto in lui il poker della nuova generazione: il suo stile è super-aggressive, attacca costantemente gli avversari e non lascia tregua. Ha spinto a tal punto tale sua propensione da diventare uno dei giocatori più temuti e spettacolari. Il suo modo di giocare non è solo avvincente, ma anche molto concreto ed efficace: i suoi successi nel mondo del poker sono numerosissimi. Ha già ottenuto due volte un piazzamento sul podio dell’EPT di Baden e di Sanremo.On line è uno dei giocatori più vincenti e maggiormente apprezzati al mondo.Dario Minieri ha maturato una grande esperienza nel gioco eppure è nato solamente nel 1985, le sue potenzialità nel Texas Hold’Em sono ancora enormi e tutte da scoprire.
MAX PESCATORI (foto in basso a destra)
La storia di Massimiliano Pescatori, in arte Max Pescatori, tra i tanti professionisti del poker, è sicuramente una di quelle più affascinanti. “The Italian Pirate” come è soprannominato nel circuito americano di poker, perchè usa una bandana con i colori della bandiera italiana,
è ormai una vera istituzione negli States, pensate che la sua foto è sulla copertina del videogame ufficiale delle World Series of Poker (2005) e carattere speciale delle World Series of Poker Tournament of Circuit 2007.Max Pescatori è nato in provincia di Milano, nel 1971, da una famiglia non agiata e già da giovane lavorava come addetto alla vendita in un supermercato dell’hinterland di Milano. Ha effettuato il servizio militare nell’arma dei Carabinieri (e poi dicono che e’ un arma di stupidi…). Oltre a questo il Pesca scriveva recensioni di videogiochi per diverse rivista del settore. Fin da piccolo mostra una predisposizione per il gioco delle carte vincendo numerose partite di ramino in occasione delle feste e arrivando secondo posto al primo torneo a scopa che partecipo’ all’eta’ di 11 anni suo padre Livio come socio .La passione del gioco è sempre stata innata in Massimiliano tanto da organizare spesso puntatine con gli amici al casino di Campione. Molto frequente era la partita in redazione di Tgm alla sera con amici.
La svolta inizia quando comincia a conoscere il Texas Hold’em, Max si appassiona anche alle tante varianti del poker all’americana e così dopo pochi mesi a Las Vegas, decide di non tornare più: dalla sera alla mattina decide di tentare la fortuna. Come nel poker… ALL IN! Apriti cielo, la sua famiglia credette che fosse uscito di senno. Ma Massimiliano faceva sul serio e così presa la liquidazione al lavoro, vendette la sua Peugeot 106 e con i soldi accumulati ritorno’ nella Mecca del Poker.
Fu un vero salto nel vuoto per Pescatori, visto che non conosceva bene l’inglese, avendolo come molti studiato alle superiori e mai praticato.Inizialmente si pago’ la scuola per fare il croupier, anche per aver una maggiore conoscenza e comprendere probabilita’ di tutti i giochi. La sua intenzione era di eventualmente tornare in Italia ed andare a lavorare in un casino’ Italiano. Non ando’ cosi’. Il Croupier e’ un lavoro molto bello se uno e’ appassionato di giochi d’azzardo, ma subito dall’inizio, durante il tempo libero, Max inizio’ a giocare attività che fece per diversi anni prima di dedicarsi alle carte a tempo pieno.
In Las Vegas dove i casino’ non chiudono mai c’e’ un grosso rischio di bruciarsi al primo contatto col mondo dell’azzardo americano. Il vantaggio e’ che Max aveva molti anni di esperienza sia giocando a poker con amici, ma anche con l’ippodromo di Milano, con giocate sportive telefoniche, con scommesse a biliardo. Un vero e proprio “gambler” .
Appena dopo pochi mesi in Nevada, Max incontro’ Valter Farina, che proprio quella estate vinse il primo braccialetto delle WSOP mai conquistato da un italiano.Valter era proprietario di un ristorante di fronte all’appartamento occupato da Max, e i due “immigrati” diventarono amici. Professionista da oltre 15 anni Valter fu il primo vero e proprio mentore, piu’ psicologicamente che insegnando i giochi; l’internet poker non esisteva, era l’inizio del 1995 e Max faceva i primi passi nel gioco del poker americano.
Non si puo’ diventare campioni subito, e Max fece gavetta nei piccoli tavoli del 4-8 per cercare di imparare bene questo nuovo gioco. Uno dei fattori piu’ difficili per un novizio professionista e’ di giocare bene e mantenere la calma, quando sa che uno stipendio alla fine del mese non arriva. Cosi’ inizio’ la carriera e quasi subito i guadagni. Il lavoro divento’ sempre piu’ sporadico e nel 1999 Max divento’ ufficialmente professionista. Una carriera promettente, ma sempre svolta a piccoli passi, nel 2002 nella poker room del Bellagio Max incontro’ Marco Traniello, un italiano di Gaeta che aveva sposato una pokerista americana Jennifer Harman. Questo fu un incontro decisivo, nella storia di Max, perche’ Jennifer gia’ allora giocava a limiti davvero proibitivi. Diventati amici, Jennifer faceva sedere Max dietro di lei, quando si cimentava nella partita mix 1000-2000 .Max era gia’ un piccolo professionista di successo, ma vedere all’opera una giocatrice, che poi si rivelo’ la migliore pokerista donna al mondo, apri’ il modo di pensare al milanese trapiantato a Vegas. In soli 6 mesi dall’incontro con Jennifer, Max Sali’ di limite diverse volte ed inizio’ a dominare la partita giornaliera del Bellagio limite 80-160.
L’internet stava per scoppiare e nel 2002, dopo aver vinto un viaggio ad Aruba, Max inizio’ a giocare tornei (nuova svolta). All’inizio del 2003, alla prima vera e propria trasferta, Max conquisto’ due vittorie in tre giorni (impresa difficilissima per qualsiasi pro), battendo 226 e 148 giocatori in due giochi diversi Limit Hold’em e Omaha Hi-Lo. Era comunque ancora una parentesi, Max inizio’ a dedicarsi quasi esclusivamente a tornei nel 2004. Un’altra vittoria importante arrivo’ al Bycicle di Los Angeles contro oltre 550 giocatori, nel No Limit (gioco nuovo per Max). In Las Vegas oltre all’internet, anche tornei televisivi (ed il NL) stavano esplodendo, e alla fine del 2004, si qualifico’ per 8 finali televisive (record del festival) per un programma chiamato Ultimate Poker Challenge (Facce da Poker…). L’ascesa di Max Pescatori nei tornei cominciò e per darsi anche un look facilmente riconoscibile, cominciò ad usare al tavolo una bandana con i colori della bandiera tricolore e subito fu tibattezzato il “pirata italiano”.
Dopo un fantastico autunno, con numerosissimi tavoli finali, all’ultimo torneo dal 2005 Max aveva la possibilita’ di diventare giocatore dell’anno finendo nei primi tre posti. Non ando’ cosi’, ma nelle classifiche mondiali di Cardplayer, il Pescatori fini’ il 2005 al nono posto. Davvero un risultato impressionante e prestigioso.Senza dubbio Max poteva essere soddisfatto dei risultati ottenuti, ma nell’estate del 2006, il pirata italiano si presento’ ai mondiali delle WSOP concentratissimo e pronto ad un grosso risultato. Le WSOP ogni anno hanno un numero diverso di tornei mondiali, nel 2006 circa 40 tornei, con specialita’ e entrate diverse. All’evento n. 6 oltre 1900 giocatori erano iscritti e con solo 100 rimasti alla fine del primo giorno, il Pescatori era in testa.
Ottime prospettive, pero’ purtroppo, il secondo giorno non si rivelo’ fortunato e Max fini’ 21mo eliminato proprio dal futuro vincitore, Mark Vos. Comunque un ottimo risultato, anche grazie alla nazionale di calcio che continuava a vincere, Max solo una settimana dopo entro’ l’evento n.13 anche questo di No Limit Hold’em. Nel frattempo l’Italia gioco’ la semifinale e si qualifico’ per la sfida finale con la Francia. Il Pescatori ancora in modo impressionante, si impose con la sua esperienza e ottime giocate, arrivo’ al tavolo finale (ultimi 9 su 1290 partecipanti). Proprio la mattina della finale, l’Italia era una partita dal campionato del mondo. Accoppiata vincente? Sempre proprio un film non la realtà’. Un problema c’era, il tavolo finale era 15 minuti dopo la partita, con quale umore Max sarebbe arrivato se l’Italia avesse perso? Dopo 120 minuti e 5 rigori segnati di fila, l’Italia era Campione del Mondo, ora spettava a Max.
Obbiettivo possibile, ma erano sempre 9 i giocatori rimasti. Il destino era ora mai segnato, il Pirata Italiano con il tavolo finale piu’ veloce delle 2006 WSOP conquisto’ il prestigiosissimo braccialetto (piu’ un bel po’ di soldi) battendo 1290 entranti lo stesso giorno della vittoria della Nazionale.







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